L’INA ti è vicina. Immagini vintage di un life-time partner assicurativo.
03 Aprile 2020
Chi sono le tre fate attorno alla culla del neonato? I loro nomi sono Fede, Saggezza e Sicurezza. Come tutte le fate sono vestite ognuna di un solo colore: bianco, rosso e nero. Sono tre come le Parche che stabiliscono il destino degli uomini, simbolo del pensiero previdente in virtù della capacità di prevedere il futuro, il fato. La formula magica per garantire un futuro tranquillo è la polizza dell’INA.
L’illustrazione di Adolfo Busi (Faenza 1891- Bologna 1977) è tratta da “La Prima Idea”, giornalino mensile in quadricromia regalato ai piccoli assicurati presso l’Agenzia Generale di Bologna, negli anni 1949-50. Nelle tre copertine del giornalino, realizzate nel 1950 (La scintilla della Previdenza, Tre Fate e Il fiore della Previdenza), Busi rappresenta i temi del rassicurare e del proteggere con scelte iconografiche in chiave fiabesca. Simili a vignette, queste illustrazioni lasciano trasparire chiaramente un intento pedagogico.
Le figure, riprese poi nel documentario cinematografico realizzato per il cinquantenario dell’Istituto nel 1963, animavano una sorta di “Corrierino dei Piccoli”, che può essere considerato un precursore della pubblicità televisiva di oggi. Infatti, si trattava di comunicazione visiva attraverso strumenti che raggiungevano il cliente “a domicilio”, così come i calendari, che garantivano pubblicità per un intero anno. Attraverso queste forme di piccola pubblicità (definite “carte povere” dagli studiosi dell’illustrazione, ma in realtà preziose perché realizzate dagli stessi autori dei manifesti più famosi), il messaggio pubblicitario prende vita attraverso segni e colori ammiccanti e diventa persuasivo e di immediata percezione.
Oltre a Busi, tra gli artisti illustratori più noti che hanno collaborato con l’INA nelle sue campagne pubblicitarie si contano grandi nomi come Andrea Petroni, che firmò il primo manifesto raffigurante il seminatore (1912), Plinio Codognato, Gino Boccasile, Walter Resentera, Marcello Dudovich, Angelo Mercuri, Severo Pozzati (detto Sepo), Leopoldo Metlicovitz e Tito Corbella.
Adolfo Busi frequentò l’Accademia di Belle Arti di Bologna, città in cui lavorò per l’importante Stabilimento Tipolitografìco Chappuis e precedentemente per le edizioni Ricordi. Dagli anni venti al 1942 lavorò come cartellonista per numerose ditte italiane, tra le quali anche compagnie assicurative. La sua attività di grafico pubblicitario (fu tra i più prolifici d’Italia) durò fino a tutti gli anni cinquanta del Novecento. Le sue linee vengono definite gradevoli e lo stile è inconfondibile nel tratto della figura femminile: le donne sono sempre piacevoli, sorridenti e aggraziate, mai maliziose, come quelle rappresentate per l’INA in alcune cartoline conservate presso l’Archivio Storico.
Nella comunicazione INA è chiaro l’intento sociale, tipico di tutte le compagnie assicurative: il messaggio è rivolto verso la cura di se stessi e degli altri, invitando ad atteggiamenti di prudenza e al calcolo del rischio, anche attraverso l’utilizzo di immagini a forte impatto emotivo. Nei messaggi sono costanti i riferimenti al risparmio, alla famiglia, all’istruzione, alla protezione nei confronti di eventi avversi, alla garanzia di un futuro sicuro e tranquillo, alla vecchiaia serena.
Oggi come allora, previdenza e risparmio sono le tematiche fondamentali per comunicare l’assicurazione sulla vita, proprio come saggezza, prevenzione e sicurezza restano i principali spunti di riflessione per portare a comprendere l’opportunità di una polizza danni. Chi non ricorda lo slogan “L’INA ti è vicina”? Le tre fate vicine alla culla ben rappresentano, anche oggi, l’ambizione del Gruppo Generali di essere vicino ai propri assicurati in ogni momento della vita, e essere così per loro un life-time partner.